mercoledì 14 febbraio 2007

Intervista a Bert Feddema

Bert Feddema è un artista olandese, che ha inaugurato la propria personale alla Galleria Marconi il 29 Ottobre, la mostra era presentata in collaborazione con la Galerie De Meerse, di Hoofddorp in Olanda. "Feddema propone un’arte a forte impatto sociale, che si esprime in una profonda critica all’attuale società dei consumi, che ha generato un tipo di sviluppo isterico e difficilmente sostenibile. La tecnologia, che viene commercializzata dalle multinazionali, è sostituita velocemente da prodotti più sofisticati, che, con il martellante intervento dei media, arrivano a sembrare indispensabili".
Per portare avanti questo discorso Feddema scompare dietro la sigla HTBT, "nome di una immaginaria multinazionale, una sigla dal sapore commerciale che ruba l’identità all’artista, come le multinazionali con il loro potere ci privano della libertà di autodeterminazione".
Intervistato in occasione della mostra Feddema ha spiegato come è nato e si è sviluppato il progetto.

Signor Feddema come è nato HTBT?
Stavo attraversando in auto Parigi di notte ed ero seduto accanto all’autista. Ho visto tutte le pubblicità brillanti e luminose delle grandi società. In quel periodo stavo cercando un Modello in cui inserire tutto ciò che mi interessa. E così mi ha colpito: tutti gli interessi che ho (tecnologia, scienza ed architettura) sono confluiti in una multinazionale.

Che cos’è “Le tecnologie del cervello High Tech”?
High Tech Brain Technologies ( HTBT) è una multinazionale irreale che è specializzata nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie e prodotti su un piano scientifico. In realtà HTBT esiste soltanto per i suoi prodotti e l’immagine che si è creata. Questi prodotti concreti sono basati su una tecnologia rivoluzionaria. Questa nuova tecnologia trae origine dalla tecnica informazione-trasmissione usata nelle Arti; la manipolazione della luce attraverso specifiche combinazioni di forme e colori. HTBT ha migliorato questa tecnica e l’ha trasformata in tecnologia “L’arte irreale della tecnologia”.

La sua esperienza è coinvolta nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie artistiche irreali e dei prodotti. Cosa si deve mettere nel mercato?
HTBT lavora su una ricerca di alto livello e sviluppa prodotti e tecnologie con alto standard. Questi prodotti hanno il compito di migliorare ed ampliare le capacità umane e persino aggiungere nuove funzioni complete alla razza umana.

Chi è interessato alle tecnologie ed ai prodotti HTBT?
Esiste una legge in natura: la sopravvivenza del più adatto! Questa legge vale anche per l’ambiente connesso. HTBT rappresenta per la gente una guida in questo processo.

Che aspettative ha per un progetto come il suo, dove l’arte è il proprio business e know-how?
Le aspettative sono molto alte, poiché noi abbiamo il brevetto per La Tecnologia dell’Arte Irreale e siamo il numero uno per la ricerca e lo sviluppo.

Considerando la sua esperienza, crede che sia possibile parlare di processi di “obsolescenza” anche nell’arte?
Come per le tecnologie, non appena il prodotto è fuori nel mercato, quel processo di superamento è già iniziato. Questo vale anche per i processi artistici, gli stessi artisti rappresentano sempre un processo, poiché vogliono migliorare sempre. Si può vedere un artista come una multinazionale.

Con la tecnologia sviluppata da HTBT, si possono fare interventi sia in spazi interiori o aperti, ma come?
La creazione di un’idea/concetto è un intervento in uno spazio concettuale aperto in quanto gli dà forma. In questo modo entrambe le interiorità saranno chiaramente definite.
HTBT è un concetto anche se si manifesta in un mondo tridimensionale (circostante). In questo mondo HTBT esiste solo attraverso i suoi prodotti e le immagini che si è creato. In questo modo HTBT si manifesta sia nel mondo reale che in quello irrazionale (irreale).

Cosa pensa quando si trova nudo?
Come me, HTBT cresce sempre più

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