martedì 17 aprile 2012

Intervista a maicol e mirco

È sempre emozionante quando si intraprende un nuovo progetto, a me un po’ tremano le ginocchia, dovendo affrontare una nuova sfida a fianco di maicol e mirco. Come critico ogni volta ne rimango spiazzato, affascinato e, a tratti, obnubilato. Con questa intervista io e maicol e mirco abbiamo voluto fissare un punto di partenza per un balzo interstellare che ci porterà all’interno del loro Universo. Un percorso che stiamo iniziando con la Galleria Marconi di Cupra Marittima e la sua ricerca intorno all'arte contemporanea che si influenza e contamina di incontri, parole, luoghi. Questa mostra è allora un altro tassello nella volontà di portare fuori l'arte dai luoghi a lei preposti cercando però di non tradire la propria identità.

L’invito è di non mancare il 29 aprile 2012 da Design? Studio Associato prima che compiano un altro balzo verso nuovi mondi sconosciuti.

Partiamo dall’inizio, esattamente voi chi siete?

Questa –e non è una posa- è una domanda terrificante. Ho paura che il giorno che arriverò a rispondermi non avrò più il bisogno di disegnare. Sono disposto a dare inizio ad un olocausto nucleare piuttosto.

Durante tutti questi anni della vostra attività avete toccato moltissimi linguaggi dell’arte, e nonostante questo ancora non vi hanno mandato in esilio, vi sapete dare una risposta a questo fatto?

Il motivo è aver fatto tutto questo sovrappensiero.

A parte gli scherzi, nei vostri lavori unite a una grafica estremamente accattivante una vena caustica di fortissimo impatto, quasi vi vergognaste ad esprimere la dolcezza del vostro animo…

Esprimere la dolcezza è complicato come tagliarsi la gola. Viviamo nell’oggi purtroppo.

Quando intraprendete un nuovo progetto, come fate a mettervi d’accordo su come operare, insomma maicol come si confronta con mirco e come ne esce fuori?

Questa vita è troppo corta per fare e chiedersi perché. O l’uno o l’altro. Vorrei sopravvivermi per capirmi.

Progetti per il presente e per il futuro?

Il problema è che sono in balia dei nostri personaggi. Siamo sotto scacco e comandano loro. Questo però lo spiegheremo meglio in un’altra intervista. Adesso non ce lo permettono! Erovaf rep aizilop al etamaihc

Seguo da molti anni la vostra attività, ricordo che nel 1999 quando faceste la vostra prima personale scrissi di voi che riuscivate a trasformare il kitch in buon gusto, il tempo mi ha dato torto eppure la vostra attività è proseguita e vi ha permesso di conoscere e confrontarvi con tanti altri artisti, di fare progetti fantastici dal punto di vista editoriale, artistico e umano, in una contaminazione vivace che non fa sconti a nessuno…

Erovaf rep aizilop al etamaihc


Come forse avrete intuito questa intervista è un antipasto della prossima mostra che presenteremo insieme da Design? dopo tutti questi anni ho imparato che fino all’ultimo riuscite a fare sorprese. Però mi piacerebbe sapere cosa avete intenzione di portare alla mostra, anche perché come curatore che figura ci faccio…

Ci dicono di rispondere: ancora non lo so. Erovaf rep aizilop al etamaihc

L’ultima domanda è sempre la più impegnativa, e, per me, è quasi sempre la stessa… Come vi sentite quando vi scoprite nudi?

!erovaf rep



Tutte le immagini delle opere di maicol e mirco sono state prese dal blog SUPERAMICI 1825 e sono proprietà di maicol e mirco.

La foto di maicol e mirco è stata scattata da Marco Biancucci di F for FAKE comunicazione visiva

domenica 24 luglio 2011

Giorgio Pignotti per Marche Centro d'Arte

IDENTITÀ
DC - La tua pittura è decisamente figurativa, un figurativo importante, corposo, che si manifesta attraverso la forza con cui le figure sono realizzate, eppure a guardarle ho come una sensazione di indefinito, si perde la percezione del genere, dell'identità, direi anche del singolo
GP - La pittura è il mezzo più duttile, dove il limite più netto dopo il supporto (la tela) sono le proprie capacità (non solo tecniche). Se conosco i miei limiti, saprò conoscermi meglio, se so chi sono, lo sapranno anche gli altri. questo è il punto di partenza.
Ogni cm di pigmento, con la sua pennellata, ognuna diversa e autonoma, è fondamentale e significativa per l'insieme. Provo a sublimare in pittura i miei concetti di universalità, di identità di genere dei singoli rispetto alla complessità dell'insieme "umano".



TRASFORMAZIONE
DC - Cosa determina le caratteristiche umane, cosa ci permette di definire quali siano i segni, le sfumature e le caratteristiche? Il tuo lavoro in questo periodo è in trasformazione e parla, secondo me, della trasformazione dell'uomo, di quella fisica che si esprime in vario modo attraverso il bisturi, ma anche di quella interiore di un'umanità confusa e alla ricerca di se stessa, in un'epoca di messaggi continui e contraddittorii.
GP - Il singolo esiste in ragione di una struttura più grande, complessa. Le complessità del singolo elemento però rispecchiano quelle del sistema intero (di qualsiasi sistema si parli: biologico, fisico-materico, sociale... ecc). Come in basso, così in alto diceva Ermete Trismegisto. Se si muove e si trasforma un elemento, tutto il resto è sottoposto al moto di trasformazione. Non si sfugge. La mutazione segue una danza silenziosa e poderosa. Noi (il tempo, le strutture sociali, le strutture biologiche..) mutiamo ogni istante. ma solo un elemento osservatore, o qualcosa che ne assurga la funzione, è in grado di dirci come. Un po' come delle foto che ci facciano vedere negli anni come siamo cambiati. Ecco, io cerco di fornire un elemento che ci permette di osservare le mutazioni.



TRANSITORIO
DC - Avrei potuto citare il sesso, eppure credo che vada fatto un passo oltre, i corpi e i visi ci mostrano inquietudini, manipolazioni, scenari possibili. mi piace parlare di mutazione, di fuga in avanti, di riflessione, di contraddizione, di contaminazione. Il senso di transitorio è però quello che credo esprima meglio lo spirito di questi visi e di questi corpi, delle loro forme ambigue e genericamente indefinite della fusione dei sessi che sembrerebbe spuntare
GP - È quello che dicevo nell'esempio della foto. Un transito, una parentesi del moto continuo. Ma non è importante la parentesi, ma avere coscienza a cosa spinge, dove porta questo movimento, quali mescolanze crea, di quali mescolanze ha bisogno per andare avanti. La capacità di giudizio deve annullarsi, non ha ragione di esistere, ed è l'unica cosa fallace in questo transito.



Suggestioni
DC Boléro di Maurice Ravel, Zelig di Woody Allen,
GP - Parsifal, Tristano e Isotta di Richard Wagner, Musica per organi caldi di Charles Bukowski, Cube – Il cubo di Vincenzo Natali

Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/

Chiara Francesconi per Marche Centro d'Arte

COSTRIZIONE
DC - In un lavoro che parla del femminile e del femmineo credo che abbiamo di fronte una riflessione sulla donna, sulla falsità della sua liberazione e sullo stato di costrizione in cui si trova. È una situazione difficile da superare, proprio perché la cosiddetta liberazione non ha portato un miglioramento della situazione, ma un aumento degli impegni, per cui la "prigione" rappresentata dal mondo domestico è solo diventata più angusta e asfissiante.

CF - Parlerei anche di obbligo morale, un senso del dovere legato per natura alla donna. La cucina è il luogo più comune all'interno dell'ambiente domestico a cui si associa, per antonomasia, la figura femminile, cosa che spesso viene colta in modo dispregiativo; però mi piace pensare soprattutto che la cucina sia un luogo creativo, carico di senso, dai molteplici significati e risvolti.



CARNE
DC - Carne la intendo non solo in senso letterale, ma anche nel senso di corpo, un corpo però privo di testa e quindi assimilabile a quello che normalmente arriviamo a considerare cibo. Le linee sul corpo aprono poi a mille suggestioni, sono tracce, segni, percorsi. Un processo di evidenziazione che si esplica attraverso la luce e la tecnica impiegata.

CF – Sì cibo ma anche violenza, forse velata, dalla semplicità del gesto. Sono scatti rubati ad un corpo femminile che si sveglia portandosi dietro i pensieri di una notte passata. Non sappiamo cosa è successo. Le immagini per quanto semplici e dirette ci svelano solo alcuni gesti, momenti particolari ma se penso a kitchen_death, così diversa di senso dalle altre, non posso che immaginare che si tratti di un flashback. Cosa è successo nella notte? Nelle altre immagini intravediamo una tavola ancora da sbarazzare.. allora forse questo scatto è solo la proiezione di un pensiero?




DONNA
DC - kitchen_Chicken racconta la donna attraverso quello che viene considerato il suo universo, il fatto che le foto non siano ritoccate, ma siano esattamente così la leggo come un'accentuazione del realismo del tema... come dire la situazione è questa qualsiasi ritocco è un falsificare il gioco. L'opera è uno specchio preciso del nostro tempo, sull'uso che si fa del corpo della donna, sia essa in casa, in tv, in ufficio. In ultima analisi le viene richiesto prima di tutto di essere un corpo senza nessun interesse su competenze e preparazione che può avere e questo accade anche da parte delle donne.

CF - Il gioco delle scene ritratte alterna momenti di grande realismo a momenti di intima riflessione. Le immagini sono sicuramente uno specchio del nostro tempo ma non ti urlano in faccia la realtà. Questa donna (che è senza volto appunto, potrebbe essere chiunque) ti apre la porta e ti fa entrare nel suo vissuto. Un vissuto che non dice niente di nuovo ed è proprio questo che da fastidio.



Suggestioni

DC - La grande abbuffata di Marco Ferreri e Histoire d'O di Crepax, L'albero di Antonia di Marleen Gorris, We want sex di Nigel Cole
CF - Non saprei sicuramente molti dei film di Almodovar e in particolare mi viene subito in mente Parla con lei.
Alcuni passaggi del libro Mille splendidi soli, il secondo romanzo dello scrittore americano di origine afghana Khaled Hosseini come per certi versi se penso al corpo di donna anche Profumo di Patrick Suskind... che tra l'altro ho riletto ultimamente!

Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/

Daniele Duranti per Marche Centro d'Arte

VIAGGIO
DC - Partire per scoprire, per vedere cose nuove e ritrovare cose già viste, per vedere de visu. Il viaggio è un modo per crescere, conoscere, raccontare. Tu qui racconti un viaggio, un luogo, un sapere collettivo, un mondo che hai visto e che si integra nel viaggio con le mille cose assorbite da cinema e letteratura.

DD - Il viaggio in America del nord “raccontato” nell’ultima serie di lavori è il risultato di cose viste realmente, film, libri e immagini ricavate da internet. Il mio lavoro unisce vari ambiti, mescola le carte di una coscienza collettiva formata attraverso l’esperienza concreta ma anche plasmata dai media e dalle nuove tecnologie. Il viaggio viene visto come metafora della vita stessa, come un’esperienza globale che unisce l’interiorità e il corpo dell’individuo. Tutte le esperienze fatte vengono metabolizzate e si ripropongono in un unico prodotto da osservare e contemplare. Quello che si crea è una sorta di realtà modificata e ampliata, non più certa e rassicurante ma insidiosa ed ambigua.



VERITA/FINZIONE
DC - Verità e finzione rendono molto bene, quest’idea di sospensione tra letteratura, cinema e realtà. Nell'opera emerge una sovrapposizione tra verità e finzione, tra visto di persona e conoscenza collettiva. È un gioco ammiccante dove non sveli cosa hai realmente visto e cosa hai ripreso, credo che il gioco tra verità e finzione si esprima ed esplichi attraverso la scelta e l'uso della fonte.

DD - La fonte è un elemento essenziale nella mia ricerca pittorica. È grazie a quest’ultima che possiamo risalire al concetto di verità e finzione. La fonte rivela il contrasto che esiste tra la produzione e la riproduzione e ne svela il dubbio. Nelle mie opere queste due cose rimangono volutamente confuse quasi a sottolineare l’abitudine a guardare attraverso una realtà riprodotta. Le cose viste realmente e le cose “assorbite “dai media grazie alla pittura si sovrappongono e danno come risultato qualcosa di irripetibile ed unico.



VISIONE
DC - La visione in questo modo però diventa ingannevole, un falso che si sovrappone e che è vero finché non si svela il gioco. Una pittura precisa, un disegno minuzioso che narrano un mondo che è vero ma nello stesso momento inesistente, fissato in immagini ma scomparso, trasformato, non più reale. Il velamento/svelamento si completa nella mancanza di indicazioni su cosa hai visto realmente e cosa invece hai mediato dal cinema, dalla tv o dalla rete.
DD - Paesaggi primordiali virtuali, terre sconfinate da attraversare, caotiche metropoli modulari, tutto rientra all’interno di un percorso che segna la poetica di questo lavoro. La pittura blocca un’immagine, una sensazione, un’idea, dona concretezza e sostanza. La visione, fino ad allora ingannevole, vive di vita propria ed acquista credibilità proprio grazie alla veridicità e la materia del linguaggio pittorico.




Suggestioni:
DC - Panino al prosciutto di Charles Bukowski, Forrest Gump, American Beauty, Juke-box all'idrogeno di Allen Ginsberg DD - Le città invisibili di Italo Calvino, Sulla strada di Jack Kerouac, Marlene Kuntz, Into the Wild (libro e film), Mediterraneo di Salvatores, Wim Wenders, Walter Bonatti, Jack London.

Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/

Gianluca Cosci per Marche Centro d'Arte

DISSENTIRE
DC - Credo che il punto da cui dobbiamo partire sia dissentire, il rifiuto dei dogmi, delle convenzioni delle costrizioni che ci circondano, lo trovo un passaggio fondamentale per liberarsi dalle ipocrisie di ogni giorno e ogni tipo, siano esse religiose o dovute a un atteggiamento buonista.
GC - Dissenso come strumento pro-positivo di risposta nei confronti di una realtà che sempre più presuppone comportamenti conformi ai diktat dei sopraelencati poteri forti. Il No che sottolinea la non appartenenza a logiche oppressive, populiste e demagogiche che cancellano l'individuo a favore di un agglomerato indistinto, docile e asservito che solo raramente riesce a rilevare l'intrinseca violenza del potere e i suoi meccanismi per dissimularla. Per sua natura il dissenso è un percorso doloroso che inevitabilmente porta il suo portavoce all'emarginazione, all'isolamento e, di conseguenza, al silenzio. Di solito questa è la punizione riservata a chi dissente. Altre volte il prezzo è ben più elevato.



CRITICITÀ
DC - L'approccio critico offre notevoli sbocchi al tuo lavoro, sia che si tratti di rappresentare l'umanità sia che si tratti di rappresentare i suoi prodotti, la criticità apre al ragionamento e alla libertà di pensiero ed è forse il filo conduttore di tutta la tua opera.
GC - Criticità come comportamento essenziale per un'esistenza che non sia limitata alla trilogia Naumaniana del "produrre/consumare/morire" come purtroppo la nostra civiltà iper-capitalista vorrebbe; specialmente a livello sociale, dove il conformismo del pensiero è riflesso in quello dei comportamenti. L'appiattimento e l'omologazione culturale sono dolorosamente evidenti nei media, dove la barbarie e la regressione trovano libera espressione in prodotti confezionati proprio per distogliere lo sguardo dai crimini compiuti da organi finanziari, politici, militari e religiosi.



CONTINUITÀ
DC - Un filo attraversa tutto il tuo lavoro, e, anche nelle differenze formali, arriva a dare un concetto di continuità ad esso. Mi piace credere che ci sia questa continuità anche tra le opere che parlano di dolore e di ferite e Walls, mi piace pensare che i palazzi fotografati, che riflettono altri palazzi, abbiano una funzione di mascheramento/smascheramento e che dietro quelle vetrate ci siano storie di dolore antiche da mostrare all'esterno per poterle superare, questa ovviamente è una mia idea e mi piacerebbe sapere tu cosa ne pensi e cosa intendevi in principio
GC - La continuità come fedeltà ai propri ideali e aspirazioni che si può manifestare anche in molti modi diversi usando i più svariati linguaggi ma che, ad un'analisi più attenta, testimonia il desiderio verso uno spirito critico lontano da logiche di tornaconto. La continuità del mio lavoro sta nel porre l'accento sull'unicità e sul valore dei comportamenti umani anche quando questi sono al di fuori delle varie convenzioni. Da ciò, il dolore come conseguenza inevitabile dell'emarginazione operata dal potere istituzionalizzato. Sia che si tratti del potere religioso (e quindi politico) che specialmente in Italia opprime l'individuo verso discriminazioni sociali di stampo medievale, sia che ci si riferisca al potere economico che vola verso una logica globale terzomondista dove la concentrazione della ricchezza si va sempre più restringendo. Ed è proprio a questa logica di concentrazione di potere e risorse che si riferisce la mia serie Walls dove in luoghi ristretti in occidente si decidono le sorti di milioni di persone, dietro ad invalicabili muri, spesso fatti solo di vetro, dove la trasparenza visiva nasconde un imperscrutabilità e arroganza insormontabili. La finta vicinanza che spesso non è altro che la distanza più irraggiungibile.



Suggestioni
DC - Beloved di Jonathan Demme, Southpark
GC - Le mie ispirazioni sono molteplici e sempre più mi ritrovo ad essere affascinato da artisti che sono stati ascritti all'ambito della "critica istituzionale" come ad esempio Hans Haacke, Mark Lombardi, Thomas Hirschhorn, Christoph Büchel, Santiago Sierra e Andrea Fraser. Tra gli scrittori non posso non citare Noam Chomsky, Naomi Klein, Roberto Saviano, Johann Hari. Infine il cinema è una fonte essenziale per il mio lavoro attraverso i capolavori di Pasolini e Fassbinder, ma anche Lars von Trier, Michael Haneke, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone.

Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/

sabato 16 luglio 2011

Giulia Corradetti per Marche Centro d'Arte

EQUILIBRIO
DC - Il rapporto tra artificiale e naturale nasce con la possibilità dell'uomo di utilizzare strumenti, nel momento in cui prende un bastone e ne ottiene un'arma compie un processo di trasformazione artificiale. Nel tuo lavoro colpisce l'equilibrio tra questi due fattori. È un'integrazione che guarda al futuro tra inquietudine e speranza?
GC - Il rapporto di equilibrio tra uomo e natura, artificiale e naturale, tecnologia e ambiente è affrontato nel mio lavoro attraverso la ricerca di un equilibrio estetico tra le parti. La visione di una natura digitalizzata e dipendente, non più regolamentata da leggi naturali proprie, come il susseguirsi delle stagioni o la capacità di una pianta di autoalimentarsi attraverso acqua e luce, è l'estremizzazione di un processo di manipolazione e sfruttamento che l'uomo moderno ha già intrapreso.
L'interazione dei due fattori artificiale-naturale vuole essere un invito a riflettere sul rapporto tecnologia - ambiente immaginando un possibile futuro in cui il biologico e l'artificiale potranno coesistere in equilibrio.



AUTOSUFFICIENZA
DC - È natura digitalizzata, che non si alimenta ma che si deve attaccare a un mezzo artificiale, come fosse una nuova forma di parassitismo. Manca l'autosufficienza, è una natura incapace di sussistere da sola, e mi domando se sarebbe in grado di far sussistere le specie e le piante che vi vivono come accade adesso. Ogni elemento nel nostro pianeta deve essere in equilibrio con gli altri per permettere la sopravvivenza di tutti e credo che anche in futuro dovrà essere così.
GC - "La Vita Mistero Prezioso" di Daisaku Ikeda, è il libro che mi ha influenzato in questo lavoro. Ikeda paragona l'universo al corpo umano, comparando l'azione delle cellule cancerose che agiscono distruggendo il corpo che le ospita, all'azione di individui egoisti che si comportano come cellule cancerose danneggiando l'universo e la sua delicata complessità.
Cita poi l' ecologo Akira Miyawaki, il quale paragona i diversi aspetti della natura agli occhi e alle guance di un volto umano.
"Gli occhi possono venire danneggiati facilmente, mentre le guance sono relativamente resistenti ai fattori esterni come il vento, il freddo e la pioggia. Gli aspetti della natura corrispondenti agli occhi sono i bacini fluviali, le terre irrigue, i declivi scoscesi, le creste dei monti.
Costruire strade di grande comunicazione in questo genere di luoghi equivale a mettere un fiammifero acceso davanti a un occhio umano.
I luoghi adatti alle strade sono le guance della terra, che hanno un potere di resistenza molto maggiore."



SPERANZA
DC - Mi piace molto la frase di Tsunesaburo Makiguchi che hai voluto offrirmi "La natura risveglia in noi il sentimento estetico, attenua le nostre tendenze aggressive, stimola in noi l'ispirazione poetica, e in tal modo nutre il nostro cuore e la nostra mente". Sintetizza bene lo spirito e l'idea che sono dietro al tuo lavoro, una speranza che pensa a un equilibrio e che poi chiude il cerchio con quanto detto sopra
GC - La mia speranza è che l'uomo moderno con il suo bagaglio di nuove tecnologie e scoperte scientifiche, non diventi una cellula impazzita,
ma si adoperi per la costruzione di una società in armonia con l' ambiente naturale di cui è esso stesso parte.



suggestioni
DC - 2001 Odissea nello spazio di Kubrick,
GC - musica: "Montego Bay Spleen", St. Germain, album Tourist "Intermezzo #1 - Winter Rain" album Chaise Longue, musica elettronica, sono presenti campionamenti audio di suoni naturali, delfini, echi, vento, pioggia...

libri: "La vita mistero prezioso", di Daisaku Ikeda, Sonzogno editore.
Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale, organizzazione laica buddista per lo sviluppo della pace, della cultura e dell'educazione, partendo dalle moderne soluzioni scientifiche, intraprende un'esplorazione della natura e della forza vitale che muove il cosmo e gli individui, individuando negli insegnamenti del Budda, la più autentica indicazione circa la via che l'uomo contemporaneo deve intraprendere per conseguire la vera dignità dell'esistenza.

Poesia: "Auguries of Innocence" William Blake

Vedere il mondo in un granello di sabbia
E il cielo in un fiore di campo,
Tenere l'infinito nel palmo della tua mano,
E l'eternità in un'ora.

Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/

Daniele Camaioni per Marche Centro d'Arte

CIBO
DC - La prima parola che mi viene in mente guardando il tuo lavoro è una da domanda da disturbo alimentare... "com'é il tuo rapporto con il cibo?"
DCa - Il mio rapporto con il cibo è molto primordiale, cioè molto animalesco, forte, istintivo. È un lato molto forte della mia personalità. In fondo ci sono cresciuto in mezzo, da piccolo mi trovavo a giocare con il cibo a creare mondi, a proiettarci sopra le mie fantasie.



VITA
DC - Nuclearland ti porta a toccare il tema del nucleare: nucleare e cibo però sembrano due cose immensamente lontane. Eppure credo che abbiano una parola di contatto: vita; un contatto che nasconde ambiguità e menzogne.
DCa - Cercano di venderci una cosa nociva facendola passare per essenziale… come se rinunciando al nucleare non potessimo più vivere, come se rinunciassimo a mangiare. È come se dicessero è essenziale come mangiare o respirare. Dicono che senza non è possibile proseguire nello sviluppo e nemmeno conservare il nostro tenore di vita. Io vorrei che fosse chiaro che questo è falso, che il nucleare può uccidere, è velenoso e contamina il nostro mondo e il nostro cibo, l’acqua e anche la nostra umanità



UMANO
DC - L'essere umano ha mille potenzialità, il problema principale è che più aumentano i modi di comunicare, più ci troviamo chiusi in noi stessi, segregati nelle nostre paure e nelle nostre case. Il tuo lavoro non cerca una condivisione con gli altri, fa un passo in più, tenta di portare l'umano in un territorio comune, in una zona franca dove le tue suggestioni possano incontrare gli altri. È un luogo conosciuto da tutti, anche se ciascuno lo vede in maniera personale, la cucina. È un lavoro in positivo che parla all'uomo attraverso un linguaggio collettivo e diretto.
DCa - Qui penso che non posso aggiungere altro sei stato molto profondo. Non so se hai mai notato che quello che mangi rispecchia sempre il carattere e la personalità di chi ha cucinato. Il cibo esprime una forte umanità, è un qualcosa che ti mette in contatto con gli altri, per questo l’omologazione dei sapori proposta ad esempio dai fast-food rappresenta un impoverimento culturale ed umano.



Suggestioni
DC - La bomba de- I Giganti, Volere volare di Maurizio Nichetti
DCa - Volere volare non mi piace molto, io aggiungerei Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante, di Peter Greenaway, La grande abbuffata di Marco Ferreri, Accattone di Pier Paolo Pasolini”

Questo discorso prosegue e si espande su http://mcda.cocalosclub.it/ - http://galleriamarconicupra.blogspot.com/ - http://diaridalcontemporaneo.blogspot.com/ - http://www.nudicomevermi.blogspot.com/



photo: Marco Biancucci http://www.fforfakecv.it/